Gruppo Tecniche plastiche contemporanee

Marianna D'Amico, Martina Versace, Giulia Pietropaolo.

Scambiatevi un gesto di pace

Tecniche plastiche contemporanee

Happy Shit

Marianna D’Amico

Intro

In questa opera ho voluto evidenziare i problemi che si verificano come conseguenza degli allevamenti di carne intensivi. Studi scientifici affermano che questo sistema di allevamenti, non solo contribuisce a notevoli emissioni di gas serra, ma è anche dannoso per gli animali e le persone. Ho preso come riferimento un prodotto di una nota catena di fast-food. “Happy shit”, è l’augurio rivolto a tutti coloro che si recano nelle grandi catene di fast food e assumono delle sostanze artificiali nocive all’organismo.

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Scambiatevi un gesto di pace

Martina Versace

Intro

La prima immagine che ci appare sentendo pronunciare questa frase sono due mani che si stringono.
Un gesto consueto, immediato che fa parte anche del nostro quotidiano. Un qualcosa che in questo periodo c’è stato negato dalle circostanze.
Ma siamo mai andati oltre il gesto? Quanto spesso ne abbiamo compreso l’essenza? E quanti ‘gesti di pace’ sono stati veramente puri?
Abbiamo mai veramente messo da parte l’odio, il giudizio, l’ipocrisia?!

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La scatola magica

Giulia Pietropaolo

Intro

L’esperienza vuole render noto a tutti, la costante paura che accompagna una donna ogni qual volta si trova ad affrontare qualunque semplice cosa (passeggiata di sera, viaggio in treno, una strada sperduta…) da SOLA.
Paura di essere aggredita da un UOMO!
La maggior parte delle donne affronta la vita ogni giorno, superando quest’ostacolo fin dall’infanzia.
Una paura spesso vana, priva di fondamento ma che ci condiziona a non essere mai veramente libere.
Forse è ora che qualcosa cambi nella nostra società?
Interagire con l’opera, fa provare al fruitore quel senso di paura.
Accostare il proprio volto ad una scatola che solitamente taglia le “donne” in due incute terrore!
Se si guarda dentro la scatola, attraverso la maschera, ci si può specchiare e trasformarsi in una donna …. A quel punto scende la lama e il fruitore viene messo davanti ad un dato di fatto.
“CI SENTIAMO SEMPRE A RISCHIO PER IL SOLO FATTO DI ESSERE DONNA”.

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