Tecniche performative per le arti visive

Il corso si sviluppa in modalità mista, 50% teorico e 50% laboratoriale. Nella prima parte, il corso intende far acquisire allo studente una serie di strumenti storici e metodologici riguardanti le modalità di ricerca, che a partire dagli inizi del ‘900, hanno visto gli artisti confrontarsi con l’utilizzo del corpo come pratica di espressione, dalle Avanguardie Storiche ai leoni d’oro delle ultime Biennali di Venezia del XXI Secolo. Nella seconda parte, quella laboratoriale si lavora sul corpo come strumento di conoscenza: misurare e spazializzare la gravità e l’a-realità. In questo senso il corpo si pone come il luogo, all’interno del quale è possibile concretizzare l’idea. Attraverso l’arte del mimo e l’arte coreutica si induce l’allievo a trovare la propria espressione diretta, alimentando il modo di figurare (il mimo) e il modo di configurare (l’arte coreutica).

Obiettivi formativi

Il corso intende esplorare le potenzialità espressive insite nella Performance, in particolare, in rapporto alle Arti visive; mira a fornire una piattaforma metodologica ricca di strumenti necessari alla nascita e/o allo sviluppo ed al potenziamento delle singole attitudini creative e progettuali attinenti alla disciplina. La parte laboratoriale, verte principalmente sulla creazione a partire dall’improvvisazione. La ricerca impostata per gli allievi, non mira solo all’estetica della forma, ma pone maggiormente attenzione all’ergonomia, all’organizzazione ritmica del corpo nell’amplesso della sua struttura e segue un’analisi profonda sull’essenza del movimento nel corpo.

Contenuti del corso

Parte Teorica

  • Riflessioni preliminari per un’estetica del performativo come allargamento del senso ontologico dell’opera d’arte: il caso della performance di Marina Abramovic, Lips of Thomas del 1975.
  • Focus di Approfondimento:
  • Il Teatro di Varietà futurista: da L’Ubu Roi di Jarry al Re Baldoria di Marinetti; I manifesti futuristi sul teatro; Il Teatro Sintetico e della Sorpresa.
  • Il rapporto tra artista e spettacolo nel campo scenografico: il caso dei Balletti Russi.
  • Il superamento del concetto di ribalta teatrale come limite nelle sperimentazioni di Mejerchol’d.
  • Il caso della performance nelle Neo-Avanguardie degli anni Sessanta: Judson Teather.
  • L’origien-Mysterien-Theater di Nitsch.
  • La Prassi performativa nel lavoro di Marina Abramovic.

Parte Pratica

  • Il movimento come esperienza sinestetica.
  • Genesi del movimento a partire dalle azioni.
  • Approfondimento sui principi di organizzazione del movimento.
  • Studio delle coordinate del corpo nello spazio (piani, direzioni, livelli).
  • Studio su presenza scenica a partire dal teatro del Novecento.
  • Relazione del corpo con il suono e con lo spazio scenico.
  • Pratiche sul ritmo voce suono corpo.
  • Strutture di improvvisazione e composizione istantanea.
Testi consigliati
  • Erika Fischer-Lichte, Estetica del Performativo. Una teoria del teatro e dell’arte, Carocci Editore, 2004 (Nello specifico i Capitoli 1,2,3 e 5).

Altro eventuale materiale tra saggi e articoli consigliati dal Professore sarà fornito come appendici durante il corso e caricato nella Classroom specifica. Può essere richiesto via email.

Materiale didattico, tecniche e tecnologie usate
  • Computer portatile o tablet dotato di programma di scrittura (Word o Pages)
  • Videoproiettore
  • Schermo